Chiesa del SS. Sacramento
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Salvatore Pappalardo, |
Chiese e Quartieri di Acicatena |
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Nel corso del tempo, altre devozioni minori si aggiungono a quella
preminente dell' Eucaristia, rendendo sempre più distinta questa chiesa, che
tende a primeggiare in tutto il quartiere, ormai avviato ad un rapido sviluppo.
Prima fra tutte, e quella rivolta al Santo, fondatore della Compagnia di Gesù,
S. Ignazio di Lojola, al quale il tempio viene dedicato. Seguono quelle di S.
Apollonia, S. Brigida, S. Paolo apostolo, S. Emidio, S. Alfio, S. Filippo Neri
e, in date più recenti, le altre rivolte a Maria SS. Bambina e alla Madonna di
Pompei. E, infine, l'ultima, da oltre un cinquantennio la più popolare e
sentita, verso S. Camillo de Lellis.
La solennità di S. Camillo, nel mese di
luglio, è una ricorrenza importante per tutta Acicatena e riempie di sacro
orgoglio l'Arciconfraternita che la organizza. Secondo lo statuto organico della
pia società, figure di particolare rilievo, nella direzione e nella gestione
dell'Arciconfraternita e della chiesa, sono quelle del governatore o presidente
e del cappellano.
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Simulacro San Camillo de Lellis
Foto: O. Greco
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Il primo viene eletto dai soci, il secondo viene scelto e
nominato dal governatore e approvato dall'autorità ecclesiastica. Il
governatore, coadiuvato da due assistenti e da un economo, amministra e sceglie
il segretario. Il cappellano cura il servizio religioso, la formazione
spirituale dei soci e sceglie un sacrista di propria fiducia.
Di solito,
governatore e cappellano s'impegnano, con zelo e ardore, nello svolgimento delle
proprie mansioni, affinché le varie iniziative risultino sempre più distinte e
brillanti, anche per lasciare una traccia del proprio operato. Tra i tanti nomi
significativi, in tempi a noi vicini, sono emersi quelli del cappellano canonico
Giuseppe Barbagallo e del governatore G. B. Bella. Sono due figure dalla forte
personalità e, in certo senso, legate alla storia generale di Acicatena, strette
tra di loro da un'amicizia che durò tutta la vita. G. B. Bella, nato il 17
luglio 1871 e scomparso il 21 ottobre 1942, non pensò ad altro, non mirò ad
altro, non fece altro che curare l'Arciconfraternita e lo splendore della
chiesa, nei suoi quarant'anni di governatorato.
Tra l'altro, rifece l'organo,
rendendolo il più efficiente tra quelli esistenti nelle chiese di Acicatena;
fece decorare in oro zecchino tutti gli stucchi della chiesa; introdusse la
devozione verso S. Camillo. Con un crescendo, sempre più intenso, curò le
funzioni e introdusse nuovi canti e perfezionò quelli antichi, formando una
scuola di canto, sotto la direzione dell'organista acese Nicola Scaccianoce.
Da
parte sua, il canonico Barbagallo, nato il 14 gennaio 1865 e scomparso il 3
giugno 1939, per quasi cinquant'anni cappellano, non solo assecondò questo
programma, ma aggiunse il proprio contributo di acutezza e di zelo, invitando,
nelle ricorrenze più significative i predicatori più rinomati. In realtà G.
Barbagallo, figura di primo piano nella storia di Acicatena, seppe accoppiare la
carica di amministratore della chiesa Collegiata Matrice con quella di
cappellano del SS. Sacramento.
La Matrice e il Sacramento furono due poli lungo
i quali si mosse la sua attività pastorale, due punti di attrazione che il suo
cuore profondamente sentì. I due personaggi, ancora presenti nel, ricordo di
tanti anziani ed anche di uomini maturi, svolsero la propria eccezionale
attività in una costante simbiosi di iniziative e di genialità.
Essi, come
furono legati in vita, così restano dopo la morte, poiché una lastra marmorea
nella parete sinistra, collocata il giorno della consacrazione del tempio, li
ricorda assieme, di fronte alla posterità: «A perpetua memoria - della
consacrazione - di questa chiesa - dedicata - a S. Ignazio di Lojola
-solennemente compiuta da mons. G. B. Arista - il 27 aprile 1919 il Can. G.
Barbagallo il Governatore G. B. Bella l'Arciconfraternita del SS. Sacramento
questa lapide posero».
Oggi i tempi sono mutati interamente. E tutti affrontiamo
la terribile bellezza dell'età presente. Ma è rimasto intatto, come uno
specchio, il motto dell'Arciconfraternita sul portale della chiesa, avvolto in
un ricamo di fregi. Annunzia ancora il diritto e i privilegi degli eredi
dell'antica tradizione.
Ma si schiude ad un dovere, annunzia un servizio, «pro
nobis», per noi, per tutti, nel nome dell'Eucaristia che unisce.
(inizio articolo)