Ubicazione |
via sdsd sdsd |
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Festività
ed eventi
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S. Antonio di Padova ( 13 giugno )
San Francesco d’Assisi ( 4 ottobre )
Immacolata Concezione ( 8 dicembre ) |
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Attività |
Sede Arciconfraternita immacolata Concezione, Gov. Sig.
De Maria |
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Cenni storici
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Salvatore Pappalardo, |
Chiese e Quartieri di Acicatena |
Nel centro storico di Acicatena, il palazzo comunale è il convento e il convento è il palazzo comunale. Nel punto in cui, sempre più ampliandosi, l’importante via Vittorio Emanuele, s'inserisce in piazza Umberto - o, più propriamente, piano Umberto - e le vie parallele, G. Marconi e F. Strano, che scendono da San Giacomo, si congiungono a loro volta con via Vittorio Emanuele, sorge la distinta mole del municipio con la monumentale gradinata in pietra nera, che in lungo e in largo ne circonda l'ampia terrazza, posta a base del suo prospetto e a quello della congiunta chiesa di S. Antonio da Padova.
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Facciata Chiesa Convento br />
Foto: ....
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Il palazzo comunale, che ha una facciata in stile neoclassico - piuttosto recente, rispetto al corpo dell'intera costruzione - con al centro un grande orologio, è imponente, non solo per l'ampia ed elevata terrazza che fa da vestibolo, ma anche perché su questa si estende un'altra gradinata, sormontata a sua volta da altre tre gradinate più piccole, disposte orizzontalmente e di foggia piramidale, che introducono rispettivamente al portone principale, all'ufficio degli uscieri e alla civica biblioteca.
Il palazzo, attorniato da un popoloso agglomerato urbano, con a fianco il monumento ai caduti, sembra vegliare sulla cittadina. Sembra che, dalla sua posizione tuttora dominante, nonostante la vicinanza di qualche cementizia elevata nuova costruzione, voglia ancora dire l'ultima parola e che intenda esprimere la propria autorevole combattività.
Sta come torre ferma che non crolla, mentre si avvicendano i sindaci e si susseguono le amministrazioni, e la voce nasale del suo orologio, con imparzialità monotona, commenta la vita che trascorre. Dopo aver superato la prima gradinata, dopo aver percorso la terrazza e dopo la seconda gradinata e la terza piramidale del centro, varcata la soglia del portone, ci si trova davanti ad un ampio atrio: il chiostro degli antichi Francescani.
E’ di forma quadrata, con i suoi pilastri, gli archi, le volte a vela e, al centro, il cortile e il pozzo. Attorno, le pareti sono pitturate con quel che resta degli affreschi, che riproducono la vita di S. Francesco, la storia dell'ordine dei Frati minori e qualche episodio della vita locale dell'ordine. Tutto questo, perché la civica amministrazione ha sede nell'antico convento di S. Antonio da Padova dei Frati minori, espropriato dallo stato unitario, in seguito alla decisione del Parlamento del 7 luglio 1866 che sopprimeva gli ordini religiosi.
Fino agli anni cinquanta, nelle sei stanze del pianterreno, a diretto contatto col chiostro, erano insediate le Scuole elementari e, ogni mattina, tutti i bambini che si recavano a scuola facevano ressa presso il municipio. Le scalinate e i pianerottoli si animavano e una piccola folla irrequieta, con libri sotto il braccio o con borse, era in attesa che donna Alfia, l'esperta ed unica bidella, tirasse la corda della campana, situata in fondo all'ingresso.
Durante la ricreazione, che durava mezz'ora, il chiostro e il cortile si riempivano di grida e di giuochi, mentre la carrucola del pozzo continuamente strideva, perché quei bambini avevano molta sete e attingevano avidamente al grande secchio.
La costruzione del convento di Acicatena rimonta a più di tre secoli fa. Venne decisa nel 1635 dalla città di Aci Sant'Antonio e Filippo, che allora raggruppava in unica comunità Acicatena, Aci S.Filippo, Aci Castello, Aci S. Antonio, Acitrezza, Ficarazzi, Valverde, Pisano e Bongiardo. In una località del quartiere Catena, in quel tempo disabitata e ricoperta da una vegetazione piuttosto selvaggia, - la quale costituiva quella che con termine improprio, sino alla fine dell'ottocento, si chiamava la «selva» - nelle vicinanze di via Marconi denominata un tempo via Pioppi - e lungo la trazzera che univa Catena a Cubisia e a Santa Lucia l'attuale via Vittorio Emanuele - il 1° marzo 1637 fu collocata la prima pietra da Don Fabiano Urso, con il consenso del priore della chiesa Cattedrale di Catania e vicario sede vacante, Don Francesco Amico, dopo la scomparsa del vescovo Giovanni Torres de Osorio.
(continua)